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SERBELLONI e CAGNOLA, i buoni samaritani dell'800

04-05-2013

É noto a tutti che la città di Gorgonzola deve molto al duca Giovanni Galeazzo Serbelloni, al quale è stata intitolata la via che parte dal centro dell’abitato e si dirige verso Villa Fornaci, avendo egli fatto costruire in loco diverse opere, come il portico per il mercato settimanale, ubicato ove ora si trova il palazzo comunale.

Il 19 aprile 1802 il duca redige il suo testamento nel quale si legge: …“essendo la morte certa, quanto incerta è l’ora medesima, quindi in previsione di questa…” e fa un lascito affinché si costruisca in Gorgonzola la nuova chiesa parrocchiale, con annesso mausoleo della famiglia, assegna il terreno per costruirvi l’ospedale, istituendo l’opera Pia alla quale assegna una rendita annuale dei suoi terreni di lire 16.000, e l’impegno per la costruzione del cimitero.

Pochi invece sanno dei Cagnola come benefattori, ai quali è stata intitolata la piazzetta antistante la via che conduce alla piazza della chiesa. I fratelli Cagnola abitavano, al confine di Gorgonzola nell’allora comune di Santa Agata, a cascina Bindelera, di loro proprietà, con annesso mulino, nella quale svolgevano l’attività di agricoltori.

Il 19 febbraio 1824 il prelato Angelo Maria Cagnola, esprime la volontà di aderire alla Pia istituzione dell’ospedale, detto allora dei poveri, voluta dal duca, e fa una donazione di lire 100.000 (centomille milanesi) e la rendita di essa.

Successivamente il fratello don Isidoro Cagnola, il 14 settembre 1840, con atto testamentario nomina erede universale delle sue sostanze, l’erigendo ospedale di Gorgonzola, con l’obbligo di ospitare gratuitamente due malati poveri di Sant’Agata, due di Cassina de’ Pecchi e due di Vignate.

Ai fratelli Cagnola, pur essendo sacerdoti, non era stata assegnata alcuna parrocchia, per mancata disponibilità, quindi si limitavano a celebrare la messa mattutina a Sant’Agata, per poi dedicarsi all’attività agricola.

Nel 1841 l’architetto Moraglia, succeduto al Cantoni nella costruzione della chiesa di Gorgonzola, elabora il progetto per la costruzione dell’ospedale, preventivando una spesa di lire 100.332,27, per una popolazione di 3.434 abitanti, più il comprensorio di 22 comuni.

Purtroppo i lavori dell’ospedale non partono, perché tutto è proteso alla costruzione della chiesa, e i lasciti Cagnola giacciono inutilizzati.

In tale periodo il ponte sul naviglio mostra i segni del tempo, e allora si ventila la possibilità di chiedere un prestito all’Opera Pia di lire 15.000, per la realizzazione del ponte sul Martesana in muratura e pietra.

Intanto il 26 giugno 1848 si posa la prima pietra dell’ospedale, ma il costo è salito a lire 350.000 e tutto si ferma. Passano degli anni, e fìnalmente il 25 maggio 1862 lo si inaugura.

Il 29 marzo 1850 la direzione provinciale autorizza a svincolare i lotti dei terreni 173 e 387 coperti da ipoteche del lascito Serbelloni per la realizzazione del ponte sul naviglio, sostituendo quello in legno, detto ponte di S. Agata, eretto nel 1588. Quello precedente era stato demolito per arginare il contagio della peste causato dai passanti, mentre dal lato opposto dell’abitato, furono messi dei cancelli di legno. A testimonianza della pestilenza, è stata eretta una stele datata 1576, sita poco distante dalla sede della nostra università. I fratelli Cagnola non riposano in un mausoleo, ma nella loro cappella nel cimitero vecchio di Santa Agata, purtroppo in uno stato di estremo abbandono.

Francesco Castelli