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Alessandria

19-06-2013

Percorso d’arte nelle terre del pittore Carrà

Dopo la visita del paese natio di Carrà, il piccolo ma interessante Quargnento, il pullman ci porta ad Alessandria sul Corso Borsalino, dove abbiamo modo di vedere la Casa per impiegati della famosa fabbrica di cappelli. Azienda centenaria quella del celebre Giuseppe Borsalino così famoso da rappresentare l’idea stessa del cappello da uomo. L’edificio è un capolavoro dell’architettura italiana degli anni ’50 realizzato da Ignazio Gardella. La sua architettura organica fa in modo che l’interno abbia corrispondenza con l’esterno, le aperture delle finestre sono infatti conformi agli ambienti che illuminano e così è per l’andamento delle pareti. Originale è il tetto molto sporgente di cui il critico Argan disse “sottile come un castello di carte”.
Il pullman poi ci fa scendere davanti alla stazione, camminiamo per i giardini dove vediamo, tra le altre statue, il busto del pittore Carrà. Percorriamo l’ottocentesca piazza Garibaldi, una delle più grandi del Piemonte. Quindi la Cattedrale di San Pietro, all’esterno un’interessante scultura della vecchia Cattedrale romanica. Rappresenta Gagliaudo che regge una formaggella (forse è Atlante che sorregge il mondo che era ancora rappresentato piatto). Attorno alla figura dell’astuto popolano, nonché formaggiaio ed ora tradizionale maschera carnevalesca, fiorirono miti e leggende. La più nota è quella che racconta di come Gagliaudo avrebbe convinto i maggiorenti della Alessandria medievale, assediata nel 1174 dal Barbarossa, a dare alla sua mucca il poco grano rimasto, portandola poi a pascolare nei pressi del campo nemico. Catturata e macellata dai soldati del Barbarossa, rivelò loro il sorprendente contenuto del suo stomaco convincendoli che la città non era allo stremo e fu così che il terribile imperatore levò le tende.